ANDREA MORETTI: una vita dai colori del vetro di Alberto Jona Falco
Per capire dove è nato questo progetto è giusto partire da lontano, mettersi in ascolto, chiudere gli occhi, ascoltare gli echi di una Murano lontana nel tempo ma a portata di mano nei ricordi, saper catturare con uno sguardo i riflessi nell’acqua dei suoi canali, quei colori delle piccole case della preziosa isola veneziana che, mossi dalle onde, si confondono con il colore del cielo ed il colore del mare.
Non è difficile immaginare un gruppo di bambini che corrono lungo le rive o nei campielli e che, giocando tra di loro, vanno all’avventura alla scoperta del mondo che li circonda. Siamo nella prima metà degli anni ‘50 e il giovane Andrea, con fratelli, cugini e amici, si immerge nelle acque della laguna veneta e, tra le piccole onde verdi, talvolta appena increspate da un refolo di vento, quasi inconsapevolmente, non si limita a nuotare o giocare, ma comincia a godere appieno della bellezza che lo circonda, dell’indipendenza raggiunta e degli elementi naturali dei quali vorrà sempre circondarsi durante tutta la sua vita. Proprio questi elementi ritorneranno sempre più nel corso della sua crescita come professionista e come persona.
Andrea Moretti ha avuto un indissolubile ed indiscutibile legame con la sua città, con la laguna veneta, con i suoi colori e le sue luci.
C’è una foto che lo ritrae bambino sulla spiaggia mentre è intento a giocare con la sabbia, e chissà che in quello scatto rubato, custodito in una scatola tra altri ricordi, non ci fosse in qualche modo, un piccolo segno premonitore di quella che poi sarebbe diventato l’elemento naturale e basilare per la sua sconfinata passione per il vetro (è proprio la sabbia silicea l’elemento base del vetro).
È un profondo piacere, venato da un pizzico di nostalgia, ricordare in queste righe il suo sguardo che si illuminava di gioia mentre faceva scivolare tra le mani le sue murrine: erano proprio i suoi colori, il frutto delle sue lunghe ricerche, che riassumevano in maniera unica, l’inafferrabilità di quei riflessi colorati tra i canali.
Non è difficile immaginare un gruppo di bambini che corrono lungo le rive o nei campielli e che, giocando tra di loro, vanno all’avventura alla scoperta del mondo che li circonda. Siamo nella prima metà degli anni ‘50 e il giovane Andrea, con fratelli, cugini e amici, si immerge nelle acque della laguna veneta e, tra le piccole onde verdi, talvolta appena increspate da un refolo di vento, quasi inconsapevolmente, non si limita a nuotare o giocare, ma comincia a godere appieno della bellezza che lo circonda, dell’indipendenza raggiunta e degli elementi naturali dei quali vorrà sempre circondarsi durante tutta la sua vita. Proprio questi elementi ritorneranno sempre più nel corso della sua crescita come professionista e come persona.
Andrea Moretti ha avuto un indissolubile ed indiscutibile legame con la sua città, con la laguna veneta, con i suoi colori e le sue luci.
C’è una foto che lo ritrae bambino sulla spiaggia mentre è intento a giocare con la sabbia, e chissà che in quello scatto rubato, custodito in una scatola tra altri ricordi, non ci fosse in qualche modo, un piccolo segno premonitore di quella che poi sarebbe diventato l’elemento naturale e basilare per la sua sconfinata passione per il vetro (è proprio la sabbia silicea l’elemento base del vetro).
È un profondo piacere, venato da un pizzico di nostalgia, ricordare in queste righe il suo sguardo che si illuminava di gioia mentre faceva scivolare tra le mani le sue murrine: erano proprio i suoi colori, il frutto delle sue lunghe ricerche, che riassumevano in maniera unica, l’inafferrabilità di quei riflessi colorati tra i canali.
Andrea è stato un marito ed un padre molto presente, capace di inventare qualsiasi scusa per riunire la famiglia, ancor più quando si è molto allargata con generi e nipoti.
Amava molto la compagnia, ogni pretesto era buono per godersi la gioia del rapporto umano, dai più grandi ai più piccoli. Quando era a Venezia, o durante le sue immancabili vacanze in montagna, utilizzava ogni opportunità per organizzare scampagnate ed enormi tavolate, per la pura gioia di stare insieme.
A suo modo, la socialità è stata una sua caratteristica anche di uomo sportivo: la cugina Rosa Barovier Mentasti lo ricorda nel team di basket dei “morboys“ che aveva fondato da ragazzo insieme ai fratelli; memorabili i racconti di quando sottoponeva tutta la famiglia, ed in particolare le figlie, a tortuosi percorsi di montagna in bicicletta (ed allora si usavano biciclette pesanti come cancelli, non le odierne mountain bike elettriche); e i gloriosi resoconti dai campi da tennis di Venezia che raccolgono ancora gli echi delle sue battute e delle sue risate con gli inseparabili amici.
Ma altrettanto, Andrea era capace di apprezzare e di godersi anche gli aspetti positivi dei momenti di solitudine: tornava dai suoi giri in Lambretta in montagna, con quel sorriso che raccontava lo stato di ebbrezza e di beatitudine che lo caratterizzava; amava ascoltare la musica, coltivare questa sua passione, e cercare il confronto anche con le nuove generazioni su quelli che erano i suoi preferiti: Frank Sinatra, Nat King Cole, Louis Amstrong, Celentano e Morandi (amava canticchiare e qualche volta addirittura esibirsi con le hits di questi ultimi due). Ed anche da questi elementi capiamo un altro aspetto del suo carattere: amava la tradizione del canto classico, ma gli piaceva anche l’improvvisazione e l’irregolarità creativa del jazz.
Era poliedrico nelle sue selezioni e sempre pronto ad ascoltare qualcosa di nuovo: appariva subito come una persona vera e sempre a caccia di nuove emozioni e sensazioni da poter condividere con chi gli era più caro e vicino. Generoso come pochi, la sua porta di casa era sempre aperta: accoglieva e metteva a proprio agio l’ospite, cercando sempre il dialogo ed il confronto. Un tema a lui molto caro era quello del “vivere per gli altri”, forse anche a causa della sua formazione e fede religiosa che lo hanno sempre accompagnato, anche nei suoi gesti quotidiani.
È stato un uomo sempre molto curioso, prima sui libri e dietro la macchina fotografica e poi anche davanti al computer; era all’incessante ricerca dell’idea, del perfezionamento, della miglioria, in particolare nello studio del vetro, proprio quella passione che gli aveva regalato un mestiere, ma che non è mai stato solo un semplice “lavoro”. Collezionava oggetti, ma soprattutto archiviava idee, progetti, spunti che poi tornavano fuori al momento giusto, dal cassetto sbagliato, ma che inesorabilmente, anche a distanza di anni, gli davano ragione. Forse era troppo avanti con i tempi e questo, qualche volta gli dispiaceva, perché sapeva di aver avuto l’intuizione corretta, ma poteva diventare motivo di piccola frustrazione, perché non riusciva a vedere il suo progetto prender forma subito.
Ed è forse per questo motivo che oggi le sue figlie hanno raccolto quei materiali, li hanno estratti dai cassetti e hanno “fatto proprio” quel progetto con i suoi colori, l’irregolarità delle sue forme, e hanno deciso di trasferirli su un materiale unico come la seta, che sa ricordare quelle piccole onde dei canali dove si specchiano, inafferrabili, i colori delle case.
Un caro amico di famiglia, qualche tempo fa, all’inizio di questo viaggio meraviglioso, affascinante e lungimirante chiamato “Vita di Vetro”, ha trovato le parole giuste per dire quanto condivido in pieno… “Le sorelle Moretti non potevano ideare nulla di più affascinante e magico per rendere omaggio al papà, per continuare una tradizione rinnovandola, per realizzare un sogno dedicato a lui e di cui lui sarebbe sicuramente orgoglioso.”
Alberto Jona Falco - Fotografo - Venezia 29 novembre 2021
Moretti Ulderico & C. di Sandro Zecchin
La “Moretti Ulderico & C.”( M.U.C.) sorge nel 1927 dopo la messa in liquidazione della “Moretti Luigi & F.lli”, che era stata fondata nel 1900 dal tecnico vetrario Vincenzo Moretti assieme ai figli maschi Luigi, Vittorio e Cesare ed era ubicata in Fondamenta Cavour n. 17 e Calle Dal Mistro, a Murano.
La M.U.C., di proprietà dei fratelli Ulderico, Pietro e Vincenzo, figli di Luigi e dei cugini Germano e Mario, figli di Cesare, continua la produzione della ditta precedente di canne vitree e mosaici vetrosi, aggiungendo la produzione di globi diffusori per illuminazione.
Nel 1929 l’azienda compra gli immobili di Fondamenta Cavour e Calle Dal Mistro da Luigi, Vittorio e Anna, figlia del defunto Cesare e negli anni 1937-39 acquista alcuni immobili in Fondamenta Manin e S. Giovanni dei Battuti, dalla Società Italiana Perle e Vetri Artistici e dalla Società Veneziana Conterie e Cristallerie, area che diventa sede di gran parte della produzione. Nell’ azienda, nel corso degli anni, ha lavorato anche buona parte dei figli dei soci fondatori.
Nella M.U.C. sempre più importante diventa la produzione dei vetri per illuminazione soffiati da crogiolo su stampo. Il filone produttivo che fa conoscere la M.U.C. anche all’estero è quello dei vetri diffusori bianco latte al fluoro e cristallo, sabbiati per uso stradale o per comunità, sfere, troncoconi per uso domestico, che raccoglie i primi risultati alla Fiera di Milano del 1939.
La visita, subito dopo la guerra, di Ulderico e Germano alla Fiera di Lipsia, apre la mente ad altre infinite soluzioni applicative.
Nell’ottobre del 1951 la M.U.C. fornisce al Comune di Venezia un notevole numero di sfere di vetro pulegoso, da appendere sotto gli archi delle procuratie in Piazza S. Marco. Sono 127 pezzi, e i Moretti ricevono le congratulazioni del sindaco per il magnifico risultato ottenuto, perfettamente in tono con la bellezza della Piazza. Ora si presentano leggermente colorate in viola per la solarizzazione del vetro.
Negli anni ’70 a Murano ci sono delle difficoltà nel settore industriale, e la M.U.C., essendo la fabbrica più grande e con più operai, è la prima azienda a soffrirne e chiude nel 1977. Dopo l’avvicendarsi di vari imprenditori, l’azienda viene prelevata nel 1995, col nome “Effetre Murano” dai Ferro di Murano, che eliminano il settore diffusori per tenere soprattutto bacchetta colorata, millefiori, di filigrana e tubo colorato per insegne al neon.
S. Zecchin - Ricercatore indipendente
La M.U.C., di proprietà dei fratelli Ulderico, Pietro e Vincenzo, figli di Luigi e dei cugini Germano e Mario, figli di Cesare, continua la produzione della ditta precedente di canne vitree e mosaici vetrosi, aggiungendo la produzione di globi diffusori per illuminazione.
Nel 1929 l’azienda compra gli immobili di Fondamenta Cavour e Calle Dal Mistro da Luigi, Vittorio e Anna, figlia del defunto Cesare e negli anni 1937-39 acquista alcuni immobili in Fondamenta Manin e S. Giovanni dei Battuti, dalla Società Italiana Perle e Vetri Artistici e dalla Società Veneziana Conterie e Cristallerie, area che diventa sede di gran parte della produzione. Nell’ azienda, nel corso degli anni, ha lavorato anche buona parte dei figli dei soci fondatori.
Nella M.U.C. sempre più importante diventa la produzione dei vetri per illuminazione soffiati da crogiolo su stampo. Il filone produttivo che fa conoscere la M.U.C. anche all’estero è quello dei vetri diffusori bianco latte al fluoro e cristallo, sabbiati per uso stradale o per comunità, sfere, troncoconi per uso domestico, che raccoglie i primi risultati alla Fiera di Milano del 1939.
La visita, subito dopo la guerra, di Ulderico e Germano alla Fiera di Lipsia, apre la mente ad altre infinite soluzioni applicative.
Nell’ottobre del 1951 la M.U.C. fornisce al Comune di Venezia un notevole numero di sfere di vetro pulegoso, da appendere sotto gli archi delle procuratie in Piazza S. Marco. Sono 127 pezzi, e i Moretti ricevono le congratulazioni del sindaco per il magnifico risultato ottenuto, perfettamente in tono con la bellezza della Piazza. Ora si presentano leggermente colorate in viola per la solarizzazione del vetro.
Negli anni ’70 a Murano ci sono delle difficoltà nel settore industriale, e la M.U.C., essendo la fabbrica più grande e con più operai, è la prima azienda a soffrirne e chiude nel 1977. Dopo l’avvicendarsi di vari imprenditori, l’azienda viene prelevata nel 1995, col nome “Effetre Murano” dai Ferro di Murano, che eliminano il settore diffusori per tenere soprattutto bacchetta colorata, millefiori, di filigrana e tubo colorato per insegne al neon.
S. Zecchin - Ricercatore indipendente
Moretti Ulderico & C. by Sandro Zecchin
The “Moretti Ulderico & C.” (M.U.C.) company was established in 1927 by the “Moretti Luigi & F.lli” which had been founded by the glassmaster Vincenzo Moretti and his sons Luigi, Vittorio and Cesare in 1900 and was located in Fondamenta Cavour 17 and Calle del Mistro on the island of Murano.
The M.U.C – owned by the Ulderico brothers, Pietro and Vincenzo (Luigi’s sons) as well as by the cousins Germano and Mario (Cesare’s sons) – continued to follow the production of the former company in terms of glass reeds and glass mosaics, adding the creation of diffusing lighting globes. In 1929 this company purchases the buildings in Fondamenta Cavour and Calle Dal Mistro from Luigi, Vittorio and Anna (the latter was the daughter of the deceased Cesare).
Between 1937 and 1939 the company purchases some buildings in Fondamenta Manin and S. Giovanni dei Battuti which were owned by “Società Italiana Perle e Vetri Artistici” and “Società Veneziana Conterie e Cristallerie”. This area becomes the main location for the large part of the production. Over the years a good part of the associates’ sons has worked in this company too.
The production of blown lighting glass (starting from crucible moulds) becomes progressively crucial for M.U.C. The productive field which makes this company popular abroad is the diffusing milky-white lighting glass (with fluorine and crystal), sandblasted glass both for urban and common use, globes and truncated cones for domestic use. All of these items obtained their first good results at the Milan Fair in 1939. Soon after the end of the WWII the visit to the Leipzig Fair opened Germano and Ulderico Moretti’s mind to other unlimited applicable solutions.
In October 1951 the M.U.C. provides the Venice Municipality with a remarkable number of pulegoso glass globes to be hung under the arches of the Procuratie in Saint Mark’s Square: 127 pieces altogether. The mayor of the time made his congratulations to the Moretti’s for the stunning outcome –perfectly in tune with the beauty of the square. Today the glass globes have lightly turned violet due to sunlight exposure.
In the 70’s Murano suffered from difficulties in the industry field. The M.U.C being the biggest company with the largest number of workers was the first company to be affected. So, it closed down in 1977.
After a turnover of various entrepreneurs, the company was acquired by the Murano family Ferro in 1995 taking the name of “Effetre Murano”. They decided to put an end to the diffusing glass sector in order to mainly focus on the production of coloured sticks, multi-floral murine, filigree glass and coloured tubes for neon signs.
S. Zecchin - Independent scholar
The M.U.C – owned by the Ulderico brothers, Pietro and Vincenzo (Luigi’s sons) as well as by the cousins Germano and Mario (Cesare’s sons) – continued to follow the production of the former company in terms of glass reeds and glass mosaics, adding the creation of diffusing lighting globes. In 1929 this company purchases the buildings in Fondamenta Cavour and Calle Dal Mistro from Luigi, Vittorio and Anna (the latter was the daughter of the deceased Cesare).
Between 1937 and 1939 the company purchases some buildings in Fondamenta Manin and S. Giovanni dei Battuti which were owned by “Società Italiana Perle e Vetri Artistici” and “Società Veneziana Conterie e Cristallerie”. This area becomes the main location for the large part of the production. Over the years a good part of the associates’ sons has worked in this company too.
The production of blown lighting glass (starting from crucible moulds) becomes progressively crucial for M.U.C. The productive field which makes this company popular abroad is the diffusing milky-white lighting glass (with fluorine and crystal), sandblasted glass both for urban and common use, globes and truncated cones for domestic use. All of these items obtained their first good results at the Milan Fair in 1939. Soon after the end of the WWII the visit to the Leipzig Fair opened Germano and Ulderico Moretti’s mind to other unlimited applicable solutions.
In October 1951 the M.U.C. provides the Venice Municipality with a remarkable number of pulegoso glass globes to be hung under the arches of the Procuratie in Saint Mark’s Square: 127 pieces altogether. The mayor of the time made his congratulations to the Moretti’s for the stunning outcome –perfectly in tune with the beauty of the square. Today the glass globes have lightly turned violet due to sunlight exposure.
In the 70’s Murano suffered from difficulties in the industry field. The M.U.C being the biggest company with the largest number of workers was the first company to be affected. So, it closed down in 1977.
After a turnover of various entrepreneurs, the company was acquired by the Murano family Ferro in 1995 taking the name of “Effetre Murano”. They decided to put an end to the diffusing glass sector in order to mainly focus on the production of coloured sticks, multi-floral murine, filigree glass and coloured tubes for neon signs.
S. Zecchin - Independent scholar